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INTERVISTE | QUATTRO CHIACCHIERE CON MICHELE SARZILLA SUL TITANIUM CHALLENGE

INTERVISTE | QUATTRO CHIACCHIERE CON MICHELE SARZILLA SUL TITANIUM CHALLENGE

Di esperienza nel triathlon ne ha parecchia: gare nazionali, campionati italiani, prove di Coppa del Mondo. Ma anche per Michele Sarzilla, portacolori del DDS-7MP Triathlon Team e ambassador dell’evento, il Titanium Challenge è, per dirla con un aggettivo che sentiamo nostro, “unconventional”.

Curiosità o “preoccupazione” davanti alle cinque frazioni: bici, nuoto, bici, corsa, bici, con il ciclismo che la fa da padrone…
«Curiosità e preoccupazione! È un formato che mi incuriosisce molto, ma sicuramente non potrò permettermi di prendermela alla leggera. Mi conforta il fatto che saremo in molti a non aver mai disputato una prova simile e quindi più o meno giocheremo tutti ad armi pari.»

A proposito, come te la cavi con il no draft, perché al Titanium sarà così…
«Con il no draft ho un rapporto di amore e odio: ho vinto due volte il titolo di campione italiano olimpico no draft nella gara di Iseo (la prima volta da perfetto sconosciuto) e una volta il titolo di campione italiano duathlon classico no draft, quindi sin qui direi che me la cavo discretamente bene, se non fosse che queste gare presentavano un’altimetria ondulata e quindi con il mio rapporto peso/potenza ne uscivo avvantaggiato. Nell’ultima esperienza no draft invece, e qui nasce “l’odio”, in una gara che presentava un percorso completamente piatto, nonostante avessi spinto la stessa potenza in proporzione al peso dei migliori, ho accumulato un ritardo di oltre 4′ su 40 chilometri circa. Questo mi ha fatto sì capire che devo lavorare molto sull’aerodinamica, che devo pulire tanti dettagli, ma che comunque sia, in un percorso piatto, sarò sempre un po’ svantaggiato contro i grossi e “grassi” specialisti del no draft. Vorrei quindi fare un appello ad Andrea e Mauro, gli organizzatori, affinché creino il percorso di bici più ondulato possibile (ride, ndr)

Ti piace l’idea di affrontare il nuoto come seconda frazione?
«È un dettaglio non indifferente, perché mescola e non di poco le carte in tavola. Innanzitutto bisognerà capire se utilizzare la muta oppure no, considerando che il cronometro non si fermerà nel caso in cui si decidesse di indossarla e quindi di perdere minuti preziosi nel farlo, a cambio però di beneficiare poi in acqua della miglior flottabilità della muta e quindi di recuperare alcuni di quei minuti persi. La seconda componente è molto più tecnica e legata all’abitudine neuromuscolare di noi triatleti: raramente corriamo e poi entriamo in acqua per nuotare, solo nelle gare di aquatlon che sono comunque veramente rare, pensa che io non ne disputo uno da almeno 3 anni. Questo gesto tecnico, se poco esercitato, è difficile da assimilare e potrebbe creare non pochi problemi in acqua, come per esempio la classica sensazione – esperienza personale – di aver improvvisamente dimenticato come nuotare e di “non andare avanti”.»

Titanium Challenge lancia una sfida “stile Ironman degli albori”. Là si chiesero chi fosse il più forte tra nuotatore, ciclista e runner… Qui ci chiediamo e ti chiedo: chi vincerà tra triatleti, ciclisti e podisti?
«Spero vinca un triatleta con buone caratteristiche da runner come me! Scherzi a parte, la distanza da coprire correndo è abbastanza lunga da poter condizionare in negativo la prestazione di un ciclista puro, almeno per quanto riguarda la vittoria finale. La stessa cosa si può dire della frazione ciclistica, abbastanza lunga da impensierire le ambizioni di vittoria di un podista. È chiaro che vincerà uno specialista della triplice disciplina e che i triatleti esperti nelle lunghe distanze sono favoriti, ma sicuramente chiunque parteciperà si divertirà molto. Il percorso è stupendo, correre lungo le mura storiche della città di Lucca sarà fantastico, pedalare per le strade toscane è sempre bellissimo e le acque del mar Tirreno non possono che essere il perfetto scenario per la frazione di nuoto.»

(Foto: Marta Baffi)